Soia: benefica o pericolosa per la salute?

22/12/2022
Prima di immergerci nell’argomento di oggi, permetteteci di presentare il nostro progetto. Siamo "I’m in Fermentation", un blog dedicato a rendere chiaro e accessibile il micro-mondo degli alimenti fermentati e della microbiologia. Il nostro obiettivo è fornire risposte chiare e semplici alle tante domande che circondano questo affascinante campo, attraverso contenuti divulgativi supportati da solide basi scientifiche. Alla fine di ogni articolo troverete le fonti consultate, per garantire che ciò che leggete sia affidabile e comprovato. Speriamo che il nostro approccio vi piaccia e che possiamo creare una community basata sulla crescita reciproca e continua.
E’ vero che la soia è tutta transgenica?
Premetto che non sono un esperto di questo campo, non sono a favore o contro gli OGM poiché non conosco nel dettaglio l’argomento. Le informazioni scritte in questo articolo possono risultare imprecise a persone che hanno competenza tecnica, scientifica ed agricola più ampia della mia (che non ne ho affatto). Ho scritto questo articolo leggendo articoli in giro sul web e parlando con persone che ho ritenuto competenti pertanto, non abbiatene a male se ciò che scrivo non rispecchia esattamente il vostro modo di pensare.
Cos’è la soia?
La soia appartiene alla famiglia delle leguminose esattamente come fagioli, lenticchie, ceci ed altri legumi. Presenta quindi un profilo nutrizionale molto simile ai legumi in generale con delle importanti differenze in termini di percentuali di nutrienti.
Valori nutrizionali della soia:
- Acqua 8,54 g
- kcal 446
- Proteine 36,49 g
- Grassi 19,94 g di cui saturi 2,884 g
- Carboidrati 30,16 g di cui zuccheri 7,33 g
- Fibre 9,3 g
- Calcio 277 mg
- Indice glicemico 15
- Colesterolo 0 g
Valori nutrizionali di ceci (come esempio comparativo):
- Acqua 7,68 g
- kcal 378
- Proteine 20,47 g
- Grassi 6,04 g Di cui saturi 0,603 g
- Fibre 13,6 g
- Carboidrati 62,95 g Di cui zuccheri 10,7 g
- Indice glicemico 28
- Colesterolo 0 g
Come si può leggere, le differenze tra soia e ceci è abbastanza importante in termini proteici, energetici e metabolici, ancora maggiore se raffrontata con altri legumi come lenticchie, fagioli ecc.
Produzione di soia.
La storia della soia (come quella di altri alimenti) si perde nel tempo, tuttavia la sua coltivazione intensiva risale già a circa 3000 anni fa, epoca di cui sono documentate le prime coltivazioni. Si può supporre quindi che la sua domesticazione risalga a qualche migliaio di anni prima. A prescindere da questo è un alimento che è stato domesticato e coltivato nella regione dell’antica Cina, terra dalla quale si è successivamente diffusa in Giappone, Corea, sud est asiatico e Mongolia, restando però sconosciuto agli indiani fino all’800, e solo verso la fine di questo secolo è stata importata negli Stati Uniti ed Europa.
Ad oggi, le nazioni con la più alta produzione al mondo di soia non sono i paesi orientali. Secondo questo studio del WWF (https://www.worldwildlife.org/industries/soy) Usa, Brasile ed Argentina, da sole producono oltre l’80% di soia prodotta nel mondo. La Cina è il maggiore importatore mondiale di soia. In totale, nel 2020 si sono prodotti nel mondo 370 milioni di tonnellate di soia
(Fonte: https://mangimiealimenti.it/?p=3431). Guardando una cartina del mondo vedremmo ad occidente tutti i paesi produttori di soia ed a oriente tutti i paesi consumatori (ed importatori) di soia.
Diverse fonti, tra cui la Food Balance Sheet del database FAO, evidenzia come il 90% della soia coltivata nel mondo non fosse destinata a nutrire direttamente le persone, bensì gli animali d’allevamento, a creare prodotti industriali (lecitina) o prodotti cosmetici e biocarburanti. Del resto questo destino spetta anche al 75% dei cereali prodotti nel mondo.
Inoltre, di tutta la soia prodotta nel mondo solo il 2% (fonte: qui) è certificata secondo i criteri RTRS (Round Table Responsible Soy), un certificato ideato con l’ambizione di riunire quei produttori di soia che adottano misure volontarie di contenimento degli impatti ambientali della coltura, dal momento che, dopo l’allevamento intensivo, la coltivazione della soia è la seconda causa di produzione di devastazioni ambientali e produzione di anidride CO2 al mondo.
Soia biologica, un miraggio?
No. La soia biologica esiste eccome. In italia in particolare si è creata l’associazione di categoria SoiaItalia (www.soiaitalia.it) con lo scopo di promuovere la coltivazione locale della soia, non OGM e con ridotto impatto ambientale, dal momento che dei 2,3 milioni di tonnellate di soia prodotta in Europa, l’Italia contribuisce con il 47% di questa produzione (al 14esimo posto nel mondo).
Oltre questo esistono diversi altri organismi regionali che prevedono precisi disciplinari per la coltivazione di soia non OGM ed in molti casi biologica come quello del Friuli Venezia Giulia (Qui) nel quale si può leggere a titolo di esempio quali sono i controlli e le restrizioni previste per la coltivazione della soia in italia.
Dagli anni '70 esiste in Italia un sistema di tracciabilità e certificazione di tutta la filiera nel settore sementiero, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'Economia Agraria (CREA). Il percorso per la certificazione dura all'incirca 4 anni, periodo in cui la pianta viene monitorata quotidianamente nei campi catalogo finché non si ottiene l'assoluta stabilità varietale che le consente di essere diffusa. La creazione di questo consiglio di ricerca è stato necessario dal momento che si ritiene che in Italia un seme di soia su tre è transgenico. Ma non è tutto.
Gli enti certificatori del settore biologico a loro volta adottano ulteriori misure atte a contrastare la diffusione e la contaminazione crociata tra specie OGM e non e quest’ultima (la certificazione biologica) non è possibile se le sementi, sia al controllo della certificazione biologica che al controllo del CREA dovessero risultare incrociate con sementi OGM, cosa che di per se non è semplice che avvenga dal momento che le sementi OGM sono create sterili proprio per garantire una loro elevata produttività ed il mantenimento degli standard con le quali vengono vendute.
Se questo non bastasse, c’è anche la legislazione italiana che sul tema, al momento stabilisce
che in Italia è vietato l’utilizzo di Ogm nella produzione agricola, nell’allevamento zootecnico (tranne che per l’utilizzo di farmaci di origine biotecnologica) e nella trasformazione alimentare.
Questo non significa che in Italia non circolino alimenti prodotti con ingredienti di origine transgenica, anzi, parimenti buona parte dei farmaci prodotti e venduti in Italia sono ottenuti con metodi biotecnologici che prevedono l’utilizzo di microorganismi geneticamente modificati.
Da dove arriva quindi la falsa notizia che tutta la soia è transgenica e non andrebbe consumata?
Non ho trovato nulla a riguardo, certamente questa notizia si è diffusa largamente negli anni novanta per via di una vera e propria guerra commerciale della soia tra Comunità Europea e Stati Uniti, guerra che ha visto una netta supremazia degli Usa in questo mercato, soppiantando di gran lunga la CEE nella coltivazione della soia. Forse questa voce si è diffusa in europa in conseguenza di questa battaglia sull’agricoltura che ha avuto importanti conseguenza per la distribuzione ed il commercio mondiale di questa materia prima.
Soia e salute: quali collegamenti
Altra grande panzana raccontata è quella che la soia, di per se, sia un alimento dannoso per la salute umana. Tutt’altro invece. Diversi studi, impossibile da riportare tutti, dimostrano nei fatti come il consumo di soia sia legato a numerosi vantaggi per l’organismo umano ed è appurato il beneficio almeno nei seguenti punti:
- effetto anticolesterolo e protettiva del sistema circolatorio
- antitumorale relativo agli isoflavoni
- potenziale bionutrizionale
- beneficio nella sindrome metabolica
- riduzione dei sintomi della menopausa
- benefici per la salute delle ossa
Ovviamente non è un alimento privo di rischi esattamente come può esserlo il broccolo o le ciliegie, quindi non bisogna mitizzare questo alimento, tantomeno dobbiamo screditarlo per ignoranza.
Soia e problemi ambientali
Infine un tema davvero difficile da affrontare è relativo al consumo del suolo, nei paesi tropicali, dovuto alle monocolture di soia. Questo è un tema scottante e sicuramente attuale ma attenzione, non è dovuto alla coltura della soia in quanto tale (da sottolineare che queste colture tropicali sono in buona parte di origine OGM), quanto al fatto che queste colture devastanti sono incentivate dal mercato dell’elevamento animale intensivo, mercato verso il quale la produzione di questa soia è destinato. Il problema quindi non è tanto (o solo) la monocoltura, quanto l’allevamento intensivo che richiede grandi quantità di farine vegetali proteiche in sostituzione delle vecchie farine animali abbandonate dopo la diffusione della “mucca pazza”. In sostanza il problema vero è il modello economico e di sfruttamento (a tutte i livelli, ambientale, umano, animale) a cui questo fa capo e non possiamo certo accusare la soia di essere in tutto questo l’unico punto marcio (come è accaduto per l’olio di palma).
In chiusura, prima di credere e soprattutto diffondere false notizie sulla soia chiediamoci prima, perché la soia dovrebbe presentare tutte queste problematiche quando è solo la sesta coltura al mondo come quantità ed intensità di sfruttamento, precisamente dopo canna da zucchero con oltre 1,841,000,000 di tonnellate prodotte, il Mais con 1,134,000,000 di tonnellate prodotte, il grano con 771,000,000 di tonnellate prodotte, il riso con 769,000,000 di tonnellate prodotte, le patate con 382,000,000 di tonnellate prodotte? Come mai esiste questo stigma contro la soia e no contro ognuna di queste altre colture molto più prodotte e si suppone, molto più redditizie? Vorremmo forse credere che tutte le altre colture sono libere dal rischio OGM?
Redatto da Marco Fortunato per I'm in fermentation
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22/12/2022
Divulgazione
Prima di immergerci nell’argomento di oggi, permetteteci di presentare il nostro progetto. Siamo "I’m in Fermentation", un blog dedicato a rendere chiaro e accessibile il micro-mondo degli alimenti fermentati e della microbiologia. Il nostro obiettivo è fornire risposte chiare e semplici alle tante domande che circondano questo affascinante campo, attraverso contenuti divulgativi supportati da solide basi scientifiche. Alla fine di ogni articolo troverete le fonti consultate, per garantire che ciò che leggete sia affidabile e comprovato. Speriamo che il nostro approccio vi piaccia e che possiamo creare una community basata sulla crescita reciproca e continua.
E’ vero che la soia è tutta transgenica?
Premetto che non sono un esperto di questo campo, non sono a favore o contro gli OGM poiché non conosco nel dettaglio l’argomento. Le informazioni scritte in questo articolo possono risultare imprecise a persone che hanno competenza tecnica, scientifica ed agricola più ampia della mia (che non ne ho affatto). Ho scritto questo articolo leggendo articoli in giro sul web e parlando con persone che ho ritenuto competenti pertanto, non abbiatene a male se ciò che scrivo non rispecchia esattamente il vostro modo di pensare.
Cos’è la soia?
La soia appartiene alla famiglia delle leguminose esattamente come fagioli, lenticchie, ceci ed altri legumi. Presenta quindi un profilo nutrizionale molto simile ai legumi in generale con delle importanti differenze in termini di percentuali di nutrienti.
Valori nutrizionali della soia:
- Acqua 8,54 g
- kcal 446
- Proteine 36,49 g
- Grassi 19,94 g di cui saturi 2,884 g
- Carboidrati 30,16 g di cui zuccheri 7,33 g
- Fibre 9,3 g
- Calcio 277 mg
- Indice glicemico 15
- Colesterolo 0 g
Valori nutrizionali di ceci (come esempio comparativo):
- Acqua 7,68 g
- kcal 378
- Proteine 20,47 g
- Grassi 6,04 g Di cui saturi 0,603 g
- Fibre 13,6 g
- Carboidrati 62,95 g Di cui zuccheri 10,7 g
- Indice glicemico 28
- Colesterolo 0 g
Come si può leggere, le differenze tra soia e ceci è abbastanza importante in termini proteici, energetici e metabolici, ancora maggiore se raffrontata con altri legumi come lenticchie, fagioli ecc.
Produzione di soia.
La storia della soia (come quella di altri alimenti) si perde nel tempo, tuttavia la sua coltivazione intensiva risale già a circa 3000 anni fa, epoca di cui sono documentate le prime coltivazioni. Si può supporre quindi che la sua domesticazione risalga a qualche migliaio di anni prima. A prescindere da questo è un alimento che è stato domesticato e coltivato nella regione dell’antica Cina, terra dalla quale si è successivamente diffusa in Giappone, Corea, sud est asiatico e Mongolia, restando però sconosciuto agli indiani fino all’800, e solo verso la fine di questo secolo è stata importata negli Stati Uniti ed Europa.
Ad oggi, le nazioni con la più alta produzione al mondo di soia non sono i paesi orientali. Secondo questo studio del WWF (https://www.worldwildlife.org/industries/soy) Usa, Brasile ed Argentina, da sole producono oltre l’80% di soia prodotta nel mondo. La Cina è il maggiore importatore mondiale di soia. In totale, nel 2020 si sono prodotti nel mondo 370 milioni di tonnellate di soia
(Fonte: https://mangimiealimenti.it/?p=3431). Guardando una cartina del mondo vedremmo ad occidente tutti i paesi produttori di soia ed a oriente tutti i paesi consumatori (ed importatori) di soia.
Diverse fonti, tra cui la Food Balance Sheet del database FAO, evidenzia come il 90% della soia coltivata nel mondo non fosse destinata a nutrire direttamente le persone, bensì gli animali d’allevamento, a creare prodotti industriali (lecitina) o prodotti cosmetici e biocarburanti. Del resto questo destino spetta anche al 75% dei cereali prodotti nel mondo.
Inoltre, di tutta la soia prodotta nel mondo solo il 2% (fonte: qui) è certificata secondo i criteri RTRS (Round Table Responsible Soy), un certificato ideato con l’ambizione di riunire quei produttori di soia che adottano misure volontarie di contenimento degli impatti ambientali della coltura, dal momento che, dopo l’allevamento intensivo, la coltivazione della soia è la seconda causa di produzione di devastazioni ambientali e produzione di anidride CO2 al mondo.
Soia biologica, un miraggio?
No. La soia biologica esiste eccome. In italia in particolare si è creata l’associazione di categoria SoiaItalia (www.soiaitalia.it) con lo scopo di promuovere la coltivazione locale della soia, non OGM e con ridotto impatto ambientale, dal momento che dei 2,3 milioni di tonnellate di soia prodotta in Europa, l’Italia contribuisce con il 47% di questa produzione (al 14esimo posto nel mondo).
Oltre questo esistono diversi altri organismi regionali che prevedono precisi disciplinari per la coltivazione di soia non OGM ed in molti casi biologica come quello del Friuli Venezia Giulia (Qui) nel quale si può leggere a titolo di esempio quali sono i controlli e le restrizioni previste per la coltivazione della soia in italia.
Dagli anni '70 esiste in Italia un sistema di tracciabilità e certificazione di tutta la filiera nel settore sementiero, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'Economia Agraria (CREA). Il percorso per la certificazione dura all'incirca 4 anni, periodo in cui la pianta viene monitorata quotidianamente nei campi catalogo finché non si ottiene l'assoluta stabilità varietale che le consente di essere diffusa. La creazione di questo consiglio di ricerca è stato necessario dal momento che si ritiene che in Italia un seme di soia su tre è transgenico. Ma non è tutto.
Gli enti certificatori del settore biologico a loro volta adottano ulteriori misure atte a contrastare la diffusione e la contaminazione crociata tra specie OGM e non e quest’ultima (la certificazione biologica) non è possibile se le sementi, sia al controllo della certificazione biologica che al controllo del CREA dovessero risultare incrociate con sementi OGM, cosa che di per se non è semplice che avvenga dal momento che le sementi OGM sono create sterili proprio per garantire una loro elevata produttività ed il mantenimento degli standard con le quali vengono vendute.
Se questo non bastasse, c’è anche la legislazione italiana che sul tema, al momento stabilisce
che in Italia è vietato l’utilizzo di Ogm nella produzione agricola, nell’allevamento zootecnico (tranne che per l’utilizzo di farmaci di origine biotecnologica) e nella trasformazione alimentare.
Questo non significa che in Italia non circolino alimenti prodotti con ingredienti di origine transgenica, anzi, parimenti buona parte dei farmaci prodotti e venduti in Italia sono ottenuti con metodi biotecnologici che prevedono l’utilizzo di microorganismi geneticamente modificati.
Da dove arriva quindi la falsa notizia che tutta la soia è transgenica e non andrebbe consumata?
Non ho trovato nulla a riguardo, certamente questa notizia si è diffusa largamente negli anni novanta per via di una vera e propria guerra commerciale della soia tra Comunità Europea e Stati Uniti, guerra che ha visto una netta supremazia degli Usa in questo mercato, soppiantando di gran lunga la CEE nella coltivazione della soia. Forse questa voce si è diffusa in europa in conseguenza di questa battaglia sull’agricoltura che ha avuto importanti conseguenza per la distribuzione ed il commercio mondiale di questa materia prima.
Soia e salute: quali collegamenti
Altra grande panzana raccontata è quella che la soia, di per se, sia un alimento dannoso per la salute umana. Tutt’altro invece. Diversi studi, impossibile da riportare tutti, dimostrano nei fatti come il consumo di soia sia legato a numerosi vantaggi per l’organismo umano ed è appurato il beneficio almeno nei seguenti punti:
- effetto anticolesterolo e protettiva del sistema circolatorio
- antitumorale relativo agli isoflavoni
- potenziale bionutrizionale
- beneficio nella sindrome metabolica
- riduzione dei sintomi della menopausa
- benefici per la salute delle ossa
Ovviamente non è un alimento privo di rischi esattamente come può esserlo il broccolo o le ciliegie, quindi non bisogna mitizzare questo alimento, tantomeno dobbiamo screditarlo per ignoranza.
Soia e problemi ambientali
Infine un tema davvero difficile da affrontare è relativo al consumo del suolo, nei paesi tropicali, dovuto alle monocolture di soia. Questo è un tema scottante e sicuramente attuale ma attenzione, non è dovuto alla coltura della soia in quanto tale (da sottolineare che queste colture tropicali sono in buona parte di origine OGM), quanto al fatto che queste colture devastanti sono incentivate dal mercato dell’elevamento animale intensivo, mercato verso il quale la produzione di questa soia è destinato. Il problema quindi non è tanto (o solo) la monocoltura, quanto l’allevamento intensivo che richiede grandi quantità di farine vegetali proteiche in sostituzione delle vecchie farine animali abbandonate dopo la diffusione della “mucca pazza”. In sostanza il problema vero è il modello economico e di sfruttamento (a tutte i livelli, ambientale, umano, animale) a cui questo fa capo e non possiamo certo accusare la soia di essere in tutto questo l’unico punto marcio (come è accaduto per l’olio di palma).
In chiusura, prima di credere e soprattutto diffondere false notizie sulla soia chiediamoci prima, perché la soia dovrebbe presentare tutte queste problematiche quando è solo la sesta coltura al mondo come quantità ed intensità di sfruttamento, precisamente dopo canna da zucchero con oltre 1,841,000,000 di tonnellate prodotte, il Mais con 1,134,000,000 di tonnellate prodotte, il grano con 771,000,000 di tonnellate prodotte, il riso con 769,000,000 di tonnellate prodotte, le patate con 382,000,000 di tonnellate prodotte? Come mai esiste questo stigma contro la soia e no contro ognuna di queste altre colture molto più prodotte e si suppone, molto più redditizie? Vorremmo forse credere che tutte le altre colture sono libere dal rischio OGM?
Redatto da Marco Fortunato per I'm in fermentation
Prossimi corsi
Passa dalla teoria alla pratica, partecipa ad un corso ed impara in diretta tutti i segreti della fermentazione. Nel calendario potrai trovare corsi in ogni parte d'Italia o formazioni personalizzate residenziali a casa mia!


